Archivio 2011 – TEATRO MATTINO

Ore 15:30 in poi,  in via Di Nanni:

“…tra Miti e Leggende: racconti di un Fiume lungo una Storia…”
viaggio metà fantastico, metà onirico nella storia della città,
dai miti fondativi agli ideali risorgimentali,
alle sfide della modernità.

Regia, sceneggiatura, scelte musicali, montaggio video
Dario Cucco del Gruppo Artistico Tecnico
Divisione Servizi Sociali e Rapporti Aziende Sanitarie – Settore Disabilità
Aiuto regista
Concetta Nori
Ideazione, sceneggiatura, progetto
Alberto Aprato, Lucia Di Monte
Scenografia
Alberto Aprato, Giampiero Dalla Francesca, Lucia Di Monte, Patrizia Rulfo,
persone frequentanti il laboratorio di scenografia – CADD Via Pianezza
Costumi, Accessori
Marcello De Mariarosa, Giuseppe Mangiapanello, Concetta Nori
Solange Grisonnet, Ninfa Rosetta, Carmen Polizzi
Riprese Video
Giampiero Dalla Francesca
Testi
Alberto Aprato, Dario Cucco
Attori
Bogdan Idricianu, Alessandra Camerani, Marcello Dalessandro,
Rosanna Di Nunno, Stefania Gaudioso, Tonino Maggio, Maurizio Mariello,
Massimo Mascia, Concetta Nori, Fernando Osenga, Sara Randazzo,
Anna Rossi, Alberto Scorrano, Aldo Turco, Alessandro Valenza, Alberto Aprato,
Giampiero Dalla Francesca, Lucia Di Monte, Patrizia Pollara, Patrizia Rulfo
Si ringraziano tutti coloro senza i quali questo non sarebbe stato possibile

Realizzare uno spettacolo in un contesto che ha l’obiettivo di praticare la
sfida dell’educare nelle molteplici aree formative è un’avventura che
coinvolge tutti gli spazi della conoscenza, del sapere al di la di come
ciascuno è fatto, al di la delle proprie capacità e possibilità, in un cammino
collettivo per giungere insieme alla fine di un progetto.
Gli attori, frequentanti e operatori, hanno scelto di rivivere la storia della
nostra città attraverso un percorso creativo in cui la fragilità è sinonimo di
unicità, che compone la ricchezza dell’esperienza umana senza la quale
saremmo privi di una parte della nostra umanità.
Il percorso creativo ha permesso il superamento dei nostri limiti,
riconoscendoli, scoprendo noi stessi nell’azione scenica,
intessendo i nostri vissuti con i miti e in questo modo
diventando protagonisti della nostra storia.
Da un gioco di idee che nascono da un pensiero condiviso,
all’interno del laboratorio – dove si costruiscono le scenografie,
le si disegnano con i tratti dell’immaginazione, si creano i
costumi – rivivono
recitando, si miscelano gli
ingredienti del quotidiano,
della storia, della tradizione,
dei miti, della favola con il
vissuto personale.
Da tutto ciò prende forma e
anima lo spettacolo.

…il fiume scorre lento lambendo i miti: Eridania, Fetonzia , Taurinia
…”l’alchimista e il suo aiutante” ci conducono
nella storia passata della città
…così gli abitanti delle montagne, che dalle nebbie appaiono celti
o taurini, scendono dai loro sentieri e si attrezzano da argonauti
vivendo l‘avventura di esploratori, in un gioco di sovrapposizioni,
tra vicissitudini quotidiane e propri timori, guidati dagli antichi navigatori
…prende forma il mondo egizio che ha iniziato a delineare la città
offrendo il suo nome – Eridano – al fiume che lo innalza al cielo
come eroe–dio a simboleggiare la capacità dell’uomo
a raggiungere lo stato divino attraverso una nobile esistenza
…l’alchimista e il suo aiutante sondano il desiderio dell’uomo
di possedere la conoscenza, rappresentata dal carro di fuoco,
che solo il dio sole e in grado di condurre
ma che suo figlio Fetonte sottrae al padre, per via del suo desiderio
di potere e della sua superbia
… un toro che vince un drago simboleggia tutti i mostri
che abitano la fantasia dell’uomo ma che riesce a sconfiggerlo
grazie all’unità del popolo
…in una piazza importante seduti a un tavolino,
l’alchimista e il suo aiutante incontrano la diversità di culture
che oggi vivono la città, condividendo con i nuovi cittadini
i loro miti, lo stesso desiderio di avventura,
la stessa sete di conoscenza
..in questa piazza si compie il destino di Torino
di diventare protagonista della storia italiana
…lo spettacolo si conclude con la celebrazione dell‘Unità d’Italia
che simboleggia l’unità di tutto il mondo,
riconducendoci alla consapevolezza di appartenere
alla collettività umana universale e questo, nella difficoltà dell’esistenza,
non ci fa sentire soli